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ATTO IV. 69

Che dell’altare, a cor vi sta. Chi sete,
Chi sete voi? Stirpe malnata, e cruda,
Che dei perigli nostri all’ombra ride;
95 Che in lino imbelle avvoltolati, ardite
Soverchiar noi sotto l’acciar sudanti:
Noi, che fra il sangue, il terrore, e la morte,
Per le spose, pe’ figli, e per voi stessi,
Meniam penosi orridi giorni ognora.
100 Codardi, or voi, men che ozíose donne,
Con verga vil, con studíati carmi,
Frenar vorreste e i brandi nostri, e noi?

ACHIMELECH

E tu, che sei? re della terra sei:
Ma, innanzi a Dio, chi re? — Saúl, rientra
105 In te; non sei, che coronata polve. —
Io, per me nulla son; ma fulmin sono,
Turbo, tempesta io son, se in me Dio scende:
Quel gran Dio, che ti fea; che l’occhio appena
Ti posa su; dov’è Saúl? — Le parti
110 D’Agág mal prendi; e nella via d’empiezza
Mal tu ne segui i passi. A un re perverso
Gastigo v’ha, fuor che il nemico brando?
E un brando fere, che il Signor nol voglia?
Le sue vendette Iddio nel marmo scrive;
115 E le commette al Filisteo non meno,
Che ad Israél. — Trema, Saúl: già in alto,
In negra nube, sovr’ali di fuoco