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atto ii. | 21 |
15Braccio la salda noderosa antenna,
Ch’or reggo appena, palleggiava; io pure
Mal dubitar sapea.... Ma, non ho sola
Perduta omai la giovinezza.... Ah! meco
Fosse pur anco la invincibil destra
20D’Iddio possente!... o meco fosse almeno
David, mio prode!...
- ABNER
E chi siam noi? Senz’esso
Più non si vince or forse? Ah! non più mai
Snudar vorrei, s’io ciò credessi, il brando,
Che per trafigger me. David, ch’è prima,
25Sola cagion d'ogni sventura tua....
- SAUL
Ah! no: deriva ogni sventura mia
Da più terribil fonte.... E che? celarmi
L’orror vorresti del mio stato? Ah! s'io
Padre non fossi, come il son, pur troppo!
30Di cari figli,... or la vittoria, e il regno,
E la vita vorrei? Precipitoso
Già mi sarei fra gl’inimici ferri
Scagliato io, da gran tempo; avrei già tronca
Così la vita orribile, ch’io vivo.
35Quanti anni or son, che sul mio labro il riso
Non fu visto spuntare? I figli miei,
Ch’amo pur tanto, le più volte all’ira
Muovonmi il cor, se mi accarezzan.... Fero,