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CAPITOLO OTTAVO
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inviolabilità de’ misteri violata.
feste in onore di priapo.
Allora veramente storditi noi perdemmo ogni costanza, e cominciammo tapini a guardar come certa la morte. Il perchè io dissi: signora, se tu ci prepari qualche malanno, adempilo al più presto, giacchè non abbiam commesso sì gran delitto da farci morir tormentati.
Dopo ciò la damigella, che chiamavasi Psiche, disteso attentamente sul pavimento un tappeto, venne a bezzicarmi nell’anguinaglia già per mille morti gelata.
Ascilto si coprì la testa, avvisandosi esser cosa pericolosa lo star osservando gli altrui segreti. Intanto la cameriera levatisi dalle gambe i legacci, coll’uno ci annodò i piedi, e coll’altro le mani.
Così legato, diss’io, la tua padrona non potrà appagar le sue brame. Lo veggo, disse la giovine: ma io ho pronto un altro e più sicuro rimedio; e portò