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malattia e medicina mal riuscita | 27 |
quei furti? propriamente io ho pietà di voi, perchè nessun vide giammai cose da non vedersi, il qual non ne andasse punito. Sappiate che qui abitano tanti Numi ch’egli è più facile trovarci un Dio, che un uomo.19 Ma non crediate, ch’io qui venga per amor di vendetta; più all’età vostra, che alla mia ingiuria ho riguardo, persuasa che voi per imprudenza abbiate commesso un sì grave peccato.
Io parimenti stanotte mi trovai agitata e presa da sì terribile intirizzimento, che ebbi timor di un accesso di febbre terzana; e così cercando al sonno un rimedio, mi sentii ispirata di venire in traccia di voi, e all’impeto del mio mal sottile20 trovar sollievo. Pure non è del rimedio, che io mi prenda maggior cura; ciò che più mi tormenta, sino a ridurmi all’angoscia, egli è il timore che voi spinti da giovenil baldanza divulghiate quanto nella cappella di Priapo vedeste, e ciarliate tra ’l volgo de’ misteri degli Iddii. Sino ai vostri ginocchi alzo adunque le mani, e prego e supplico che quei notturni riti non facciate oggetto dell’altrui scherno, nè vogliate scoprire questi sì antichi arcani che non tutti i Misti21 hanno pur conosciuto.
Dopo questa prece di nuovo sgorgaron le lagrime, e da gran gemiti abbattuta, colla faccia e col petto il mio letticciuolo premea. Allora io di pietà e di timore commosso presi a confortarla e assicurarla che nessuno avrebbe le cose sacre divulgato, e che se il Nume le additava alcun altro rimedio alla terzana, noi avremmo secondata la celeste ispirazione, a costo ancor di pericolo.
Rallegratasi a questa promessa la donna, molti baci mi diede, e dal pianto passando al riso, coi diti a guisa di pettine mi ricompose i capegli che lungo le orecchie scendevanmi, dicendo: io faccio tregua con voi, e rinuncio alla lite intimatavi. Che se a codesto rimedio, cui aspiro, voi non assentivate, già vi era gente disposta, che dimani l’ingiuria mia e il mio onor vendicasse.