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rio, e creduto ricco, prostituendoli con quella speranza di successione alla di lui brutalità.
Fortunata, schiava giunta ad esser moglie di Trimalcione, e degna di tal marito. Alcuni pretendono doversi in essa conoscere Attea liberta di Nerone, e sì amata da lui, che postosi in capo di farsela moglie acciò il Senato non si opponesse, la disse nata di real sangue, ed ebbe testimonj che ne fecero fede.
Ganimede. V. Filerone.
Gaville, donna del contado.
Gitone, vezzoso giovinetto amato ardentemente da Encolpo, cui Ascilto il contrasta. Il Balillo di Anacreonte l’Alessi di Virgilio, e il Gitone di Petronio sono press’a poco la medesima cosa.
Giulio Proculo, commensale di Trimalcione divenuto ricchissimo da becchino ch’egli era, poi impoveritosi pei disordini.
Glico, uomo ricco, la cui moglie dilettavasi più del suo cassiere, che di lui.
Gorgia, aspirante alla eredità di Eumolpione.
Lica. Se con questo nome non ha voluto Petronio prender di mira qualche gran barbassoro di Nerone, e impiegato nelle cose di mare o di traffico, siccome è probabile egli può avervi nascosto Nerone istesso, onde rappresentandolo in diverse figure mostrar ch’egli era dissoluto e brutale in tutte le situazioni della sua vita.
Licurgo, Patrizio Romano, che s’invaghisce di Ascilto il qual finisce per isvaligiargli la casa. Esempio di quegli imbecilli, che di altro non si danno pensiero che dei loro piaceri.
Lucrone, altro degli Iddii domestici di Trimalcione.
Mammea, ricco cortigiano, e forse rival di Norbano.
Manicio, padron di locanda.
Margarita, nome della cagnuola di Creso.
Massa, schiavo favorito di Abinna.
Melissa, moglie di Terenzio locandiere, amata da Nicerota.