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218 | frammenti attribuiti a petronio |
XLIII.
Del reo congiungersi la gioia è breve,
Che sazia Venere vien tosto greve.
Oh non agognisi quel reo contento
Con la libidine del cieco armento;
5Che così estinguesi d’amore il foco.
Miglior diletico dia assiduo gioco.
Pasciam, giacendoci, di baci amore,
Che non ci lassano, ne dan rossore.
Tal gioia amabile, che sempre giova
10Non mai s’invetera, e sempre è nova.
XLIV.
Amar l’oggetto, ma dirlo già reo,
Ercole stesso a gran pena il potèo.
XLV.
Celan lo scudo sì che non si veggia.
XLVI.
Sol si chiudea sotto la torva fronte.
XLVII.
Delo già scevra da terre intorno,
Sull’onde lucide natava un giorno,
E all’urto suddita del vento mosso
Scorreva instabile dei flutti il dosso.
5Ma in doppio vincolo il dio la strinse,
E all’alta Giaro lei quinci avvinse,
E quindi a Micono, che immoto sta.