Pagina:Satire di Tito Petronio Arbitro.djvu/263


frammenti di petronio il satirico 207

XVIII.


Con pietra estratta da un’aperta cava.


XIX.


Alta piè cinque è la funerea volta,
Che in poca polve ha sì gran salma accolta.


XX.


Di ragni al par tenue lavoro ordimmo.


XXI.


Mistìo di mille saporite biade.


XXII.


Disvien sola beltà: non dee donzella
    A sè piacer come a sè piace il volgo,
    3Se vuol parere esser venusta e bella.

Gli scherzi, i sali, i motti ed il linguaggio
    Pieno di grazia, e il rìso, di natura
    6Sovra l’alme bellezze hanno vantaggio.

    Chè gli ufficj dell’arte alla beltade
    Tolgon piacenza, e se traspare un tratto
    9Brama d’amor, tutta la grazia cade.


XXIII.


Non basta ancora a tue furenti brame,
    Ria gioventù, poi che a noi danno e bando
    Desti a virtù con la tua tresca infame?