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continuazione 179

guarda, Criside mìa, il bel lepre che io ho suscitato per altri.


Giova sperar sin che si resta in vita:
    Or tu, rozzo guardian dai nervi tesi
    Priapo, accorri, e favorevol sia.


Ciò fatto la vecchia mi riconsegnò a Criside, la quale era contentissima del tesoro riacquistato a Madonna, e perciò affrettandosi mi condusse rapidamente a lei, introducendomi in un leggiadrissimo ritiro, dove si vedeva quanto la natura produce di bello a vedersi.


    Le estive ombre spargea l’eccelso platano,
E il pin tonduto dalla cima tremula,
E il pieghevol cipresso, ed il già carico
Delle sue ghiande allòr. Tra quei volgeasi
5Spumoso fiumicel colla volubile
Onda che i sassolin traendo mormora.
Ben era il luogo atto all’amor; e il rustico
Usignuol quivi con l’urbana rondine
A’ bei virgulti e alle viole tenere
10Intorno svolazzando celebravano
Il villereccio suol col gentil fischio.


Ella sdraiata posava il collo alabastrino sopra un letto dorato, e scotea l’aria con alcuni ramoscelli di mirto fiorito.146 In vedermi arrossì alcun poco per la memoria dell’affronto di ieri, di poi quando partiti gli altri mi fui seduto presso lei che me ne invitò, un ramoscello pose sopra i miei occhi, e da questa specie di muro frapposto resa più ardita disse: ebben, paralitico, sei tu oggi venuto intero?

Tu me ne domandi, risposi io, anzichè cimentarmi? e tutto gittatomi nelle sue braccia colsi fino alla sazietà quanti baci ella volle. Le belle attrattive del suo