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i begli ingegni s’incontrano 103

d’Ila avrebbe frenato il suo amore, ove sapesse che Ercole vi si opponeva. Apollo convertì in fiore l’anima del giovinetto; tutte insomma le favole ebbero i loro abbracciamenti senza rivalità. Ma io mi ho tolto in compagno un ospite più crudel di Licurgo.


Intanto che io mi stò così borbottando all’aria, ecco entrare nella galleria un vecchio canuto, di faccia macilente, che pareva promettere non so che di grande; ma ei non era pulito negli abiti e facilmente m’accorsi esser egli di quella classe di letterati, che sogliono essere odiati dai ricchi. Ei si fermò dunque vicino a me, e dissemi: Io son poeta, e non forse degli infimi, se puossi dar fede alle corone che ottenni, le quali però la protezione suole accordare anche agli ignari.

Perchè dunque, gli rispos’io, sei sì mal vestito?

Per ciò stesso, ei soggiunse. Amor di studio non fe’ mai ricco nessuno.


Chi al mar s’affida è di gran lucri altero,
    D’oro ha le fasce chi combatte in campo,
    Il vile adulatore ebbrio si sdraia
    4Su preziosi drappi, e va premiato
    Il seduttor delle altrui mogli. Sola
    Sotto i logori panni intirizzisce
    Letteratura, mentre in fioca voce
    8Tenta onorar le belle arti sprezzate.


Ed è certamente così: quand’uno di tutti i vizj nemico rettamente intraprenda il cammin della vita, incontra in primo luogo l’odio altrui per la diversità de’ costumi, non essendovi chi si adatti ad usi contrari; in secondo luogo coloro che tendono solamente ad ammassar tesori, vogliono che nulla dicasi esser meglio tra gli uomini fuorchè l’esser ricco. Perciò corbellano in mille modi gli amatori delle lettere, onde indursi essi pure ad esser ligi dell’oro.