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CAPITOLO DICIOTTESIMO
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leggerezza giovenile.
Non vi era nessun fanale, che indicasse il cammino ai passanti, nè il silenzio della notte omai giunta al suo mezzo ci lusingava d’incontrarci in alcun lampione. Aggiugni a ciò l’ubbriachezza, e la nessuna pratica dei luoghi, che anche di giorno eran bui. Come ci fummo dunque avviluppati ben quasi un’ora per quei ciottoli e rottami di pietre, fino a lacerarci i piedi, la destrezza di Gitone finalmente ce ne liberò. Perchè egli il giorno innanzi per timor di smarrirsi anche di pien meriggio, avea prudentemente segnati di gesso tutti i pilastri e colonne; e quel biancume vincendo la densità della notte additava con sufficiente chiarore la strada a noi barcollanti. Ma non minor pena trovammo anche di poi che fummo giunti all’albergo; imperocchè quella vecchia, altamente ubbriacatasi coi forastieri, non l’a-