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Speriamo che questa ristampa non ci tiri addosso gl’incerti che toccarono ai versi d’Eumolpo. Che siano le Satire di Petronio Arbitro,
- Assai la voce lor chiaro l’abbaia.
Nè v’ha luogo l’inganno della vecchierella che guidò male Encolpio: Subinde ut in locum secretiorem venimus centonem anus urbana reiecit et hic, inquit, debes habitare. Senzachè tutto non è osceno in Petronio. Egli è il critico più fine della corruzione romana; ei la dipinge con tal verità che muove più stomaco che riso. Scendiamo in questa tomba come Andreuccio in quell’arca dell’arcivescovo di Napoli per trarne il caro anello; involiamone il bello stile, e le curiose notizie dell’antichità, turandoci il naso.