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CAPITOLO QUINDICESIMO
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giuochi, fanfaluche, e cena prolungata.
Continuava egli così a tor la mano ai filosofi, quando portaronsi intorno in un vaso alcuni viglietti, ed il paggio, che ne era incaricato, ne lesse le sorti. Un diceva: danaro buttato iniquamente; e si portò un presciutto con branche di gamberi sopra, un orecchio, un marzapane, ed una focaccia bucata. Recossi dipoi una scatoletta di cotognato, un boccone di pane azimo, uccelli grifagni, insieme ad un pomo, e porri, e pesche, e uno staffile, ed un coltello. Uno ebbe passeri, un ventaglio, uva passa, miele attico, una veste da tavola, ed una toga, una fetta di marzapane, e tele dipinte: un altro ebbe un tubo, ed un socco: portossi pure una lepre, e un pesce sogliola, e un pesce morena, e un sorcio acquatico legato con una rana, ed un mazzo di biete.