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Che? già il verno t’appressa al Sabin foco,
Basso, e le corde a grave plettro avvivi?
Cantor mirando dell’antiche e prime
Cose al suon maschio di latina cetra,
5Poi d’amor giovanili, e vecchj egregi
Con istil casto. A me tepe la Ligure
Spiaggia, e sverna il mio mar, là dove sporgono
Scogli immensi, e in gran seno il lido avvallasi.
Uopo è veder di Luni il porto, amici
10Ennio il vuol, dacchè in sogno ei Quinto Omero
Non è più da pavon pittagoreo.
Quì nè calmi del volgo, nè dell’Austro
Dannoso al gregge; nè il vicino campo
Del mio più pingue invidio, e s’anco tutti
15Arricchiscano i vili, io non vo’ curvo
Invecchiarmi per questo, e cenar magro,
Nè in boccal muffo dar nel bollo il naso.
Altri altro pensi: un astro crea gemelli
D’umor vario. L’un furbo, il natal solo,
20Compro un dito di salsa, unge erbe secche
Rorandole di sacro pepe; e l’altro