Con vasto trasvolar franco navile,
Se pria solerte, ed in disparte tratto, 204Voluttà non ti storna in questo stile:
Dove corri a trabocco, o mentecatto?
Dove? a qual fin? Di forte bile il fianco 207Ti ferve sì, che spegnerla un pignatto
Non potria di cicuta. E nondimanco
Tu varcar l’onde? tu cenar seduto 210Su torta fune, con la ciurma, al banco?
Ed un rossastro Vejentan, sperduto
Da vaporosa pece, esaleratti 213Odor di tanfo da boccal panciuto?
Che vuoi? Che il nummo, che ad onesto or statti
Cinque per cento, con assai sudore 216Frutti l’undici, e più? Bel tempo datti;
Tua vita è mia; cogliam rose d’Amore;
Polve, ombra e fola diverrai; non vano 219Fa di morte il pensier; volano l’ore;
Il momento, in cui parlo, è già lontano.
Che far? Ti scinde in due doppio desire. 222Qual seguirai? Cader t’è forza in mano,
Servo incerto, or di questo or di quel sire,
E smarrirti. Nè ostato, e fatto appena 225Un niego all’aspro comandar, non dire:
Già rotto è il laccio. Chè in lottar si sfrena
Il veltro ancor; ma dal collo, fuggendo, 228Lungo pezzo si trae della catena.
Davo, por fine a’ crucci antichi intendo,
Subito, e fede vo’ mi presti tutta. 231(Cosi dice Cherestrato rodendo