Perchè pari a colombo tenerello,
O a regal putto non chiedi la pappa, 24E ricusi ingrugnato il ninnarello
Della nutrice? G. Ma con questa schiappa
Scriver poss’io? P. E a cui cre’ tu ficcarla? 27Tante ambagi a che pro? Ti dai la zappa,
Balordo, al piè: degli anni il fior si tarla,
Sfuma in effluvio, e tu n’andrai sprezzato. 30Vaso mal cotto, e ancor verdiccio, parla
La sua magagna, se il percuoti, e ingrato
Suono risponde. Adesso è tempo, adesso, 33Finchè limo tu sei molle e bagnato,
Che con presto girar non intermesso
L’acre ruota ti foggi. G. A che tal cura? 36Il paterno poder me in grado ha messo
Da non temer miseria: ho monda e pura
La saliera; di più padella intatta, 39Onde ai Lari libar senza paura. P. E ciò basta? Ti par cosa ben fatta
Romper d’aria il polmon, perchè discendi 42Millesmo ramo di toscana schiatta?
Perchè un Censor, cui tuo sangue pretendi,
Trabeato saluti? E dentro, e fuora 45Io ti conosco: alla canaglia vendi
Le tue burbanze. E non vergogni ancora
Di vivere la vita dello scinto 48Natta? Quantunque da scolparsi ei fora.
Perchè grullo nel vizio, e i sensi avvinto
Di tre dita di lardo ei più non sente 51La sua jattura, e giù nel fondo spinto