Pagina:Satire (Orazio).djvu/73


75

20In bella compagnia? T’avvisi forse
Virtù fuggendo di placar l’invidia?
Ah misero, t’aspetta onta e disprezzo.
A te l’ignavia, perfida sirena,
Sbandire è d’uopo, o tollerar che tutta
25Pera la gloria de’ tuoi dì migliori.
Or. O Damasippo, quanti sono in Cielo
E Dei e Dee, per così buon consiglio
D’un barbier ti provveggiano. Ma dimmi,
D’onde tanta di me notizia avesti?
30Dam. Dacchè in piazza di Giano i miei tesori
Tutti vidi affondar, de’ proprj sgombro
A cuor mi prendo gl’interessi altrui.
Già mio diletto era cercar que’ vasi,
Entro i quali bagnar Sisifo scaltro
35I piè soleva, e di metalli e marmi
Scernere il pregio, e bene spesi avrei
Due mila scudi anche in un busto solo.
Nessun sapea acquistar con più vantaggio
Orti e palagi; talchè ognun chiamava
40Me di Mercurio prediletto figlio.
Or. Sollo, e stupisco ben, che di tal morbo
Tu sii guarito. Dam. Un nuovo mal l’antico
Mirabilmente discacciò; qual suole