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LIBRO SECONDO
DELLE SATIRE
D'ORAZIO.
SATIRA I.
Or. Il mio satireggiar troppo mordace
Sembra a taluno, e che oltrepassi il segno.
Altri crede snervato il mio comporre,
E dice ben potersi acciabattare
5Mille versi in un dì simili a’ miei.
Dimmi, Trebazio, che ho da far? Treb. Chetarti.
Or. Dunque non deggio più far versi? Treb. Appunto.
Or. Vorrei crepar, se non sarebbe il meglio.
Ma non posso dormir. Treb. Tre volte s’unga
10Chi vuol dormir profondamente, e vada
A nuotar giù pel Tevere, e la pancia
Bene innaffi di vin verso la sera.