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Che prima ancor che il regio scanno avesse
Tullo occupato di servil progenie,
15Molti sovente di nessun legnaggio
E prodi furo e a’ primi gradi assunti.
All’opposto Levin, benchè disceso
Da quel Valerio, che rapì lo scettro
A Tarquinio il Superbo, in maggior pregio
20D’una patacca vil non mai si tenne
Dal popolo medesmo a te ben noto,
Che stolto per lo più gli onor dispensa
A chi meno gli merta, e corre dietro
Alla voce comune, e stupefatto
25Ne’ titoli s’arresta e ne’ ritratti.
Che dunque fare a noi convien che tanto
Dal vulgo siamo in giudicar distanti?
Sia pur ver, che la plebe a’ primi seggi
Levino sollevare anzi che Decio
30Ignobile vorrebbe, e il Censor Appio
Se nato non foss’io d’ingenuo padre,
Me dagli onor rigetterebbe, e certo
Meritamente, perocchè star chiuso
Non volli dentro alla mia propria pelle.
35Ma la gloria del par si tragge avvinti
Nobili e vili al fulgido suo carro.