La mula al navicel si perde un’ora. 20Le insolenti zanzare e le ranocchie
Ci sturbano il dormir. Di grosso vino
Ciurmati vanno le lor belle assenti
Barcajuolo e pedon cantando a gara.
Questo alfin lasso s’addormenta, e quello 25Impoltronito al pascolo abbandona
La mula, e lega la cavezza a un sasso:
Poi si mette a russar col ventre all’aria.
Giorno era omai quando ci fummo accorti
Che la barca non va. Saltato a terra 30Un bizzarro cervel concia ben bene
Alla mula e al padron la testa e i lombi
Con un randel di salcio. Alle quattr’ore
Di sole usciti fuor le mani e il viso, Feronia, ci lavammo al tuo bel fonte. 35Dopo pranzo tre miglia rampicando
Giugnemmo a Terracina alto locata
Su bianchi massi. Là venir dovea
L’egregio Mecenate e in un Cocceo
Di grandi affari incaricati entrambo, 40Bravi a comporre i dissidenti amici.
Mentr’ivi stommi gli occhi cispi ungendo
Con nero empiastro, l’uno e l’altro arriva