Pagina:Satire (Orazio).djvu/122


124

Stomaco lasso, ed oltre a ciò carote,
Acciughe e feccia d’un liquor di Coo.
15Tolto il primo servito un garzon lesto
Con un cencio di porpora la mensa
Di grosso acero asterse, e quinci un’altro,
Perchè nulla offendesse la brigata,
Ogni avanzo raccolse, ogni ritaglio.
20Com’attica donzella, allorchè i cesti
Sacri a Cerere porta, il bruno Idaspe
Movendo a lenti passi innanzi reca
Vin Cecubi, ed Alcone un vin di Scio,
Che non aveva ancor provato il mare.
25L’ospite, disse allor: Se più di questi
T’aggrada, o Mecenate, un vino d’Alba
O di Falerno, l’uno e l’altro ho in casa.
Or. O misere ricchezze! Ora fa ch’io sappia
Quali compagni a così bel banchetto,
30Fondanio avesti. Fond. In capo al primo letto
Er’io, vicino a me Visco Turino,
E Vario appresso. Mecenate stava
Nell’altro con Servilio Balatrone,
E con Vibidio ch’ei condotti avea.
35Nasidien nel terzo avea vicino
Da un lato Nomentan, Porcio dall’altro.