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170 note

Moglie di Ettore. Ovidio nel III dell'Arte di amare la chiama ora longissima ed ora spatiosior aequo.

84 Questi sacerdoti di Cibele erano detti Cureti, Coribanti ed anche Galli da un fiume della Frigia chiamato Gallo, le cui acque aveano la proprietà di togliere il senno a chi ne beveva. Pretendevano di predire il futuro. Il loro capo chiamavasi Arcigallo, ed era sempre un uomo di statura molto alta e castrato, però è detto dal poeta ingens semivir. Soleano correre per la città urlando freneticamente e battendo i timpani.

85 Nel settembre apparivano in Roma molte malattie.

86 L'uso dell'uova nelle purificazioni e negl'incantamenti era di rito. I vestiti ricordati nel verso di sotto servivano poi agli stessi sacerdoti Galli; i quali, come si vede negli antichi marmi, vestivano al modo delle donne dal momento che si erano evirati.

87 Di questa superstizione parla anche Orazio, Sat. III, Lib. II.

88 Il campo Marzio, prima che fosse consacrato a Marte, apparteneva a Tarquinio Superbo.

89 La figlia d'Inaco, tramutata da Giove in bianca giovenca, per sottrarsi alla gelosia di Giunone si recò in Egitto, dove riprese la sua prima forma e divenne sposa di Osiri. Dopo la sua morte gli Egiziani l'adorarono sotto il nome d'Iside, il culto della quale portato a Roma fu sorgente di mille superstizioni.

90 Città dell'Egitto, dove il culto d'Iside era molto praticato.

91 È detto prisco ovile un luogo del campo Marzio, dove si conservava una capanna in memoria di Romolo e di Remo, che un tempo vi avevano pascolato la greggia. Lì presso era il tempio d'Iside.

92 È per similitudine chiamato l'archimandrita dei sacerdoti d'Iside, i quali soleano vestire tutti di bianco, portare i capelli rasi, e tenere in mano un sistro.

93 Durante i nove giorni delle feste d'Iside era proibito alle donne giacere coi loro mariti.

94 Ai piedi della statua d'Iside e Osiride era un serpente d'argento. Il culto di queste due divinità, che furono in terra marito e moglie, era riunito insieme.

95 Tra le masserizie degli Ebrei eravi sempre un cofino o cesta, e un fastelletto di fieno, come si trova più volte ricordato anche nella Bibbia. Si crede che ciò fosse in me