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prefazione xxv

durerà gran fatica a imaginarselo chi abbia un po’ di pratica degli antichi manoscritti, e gli sia accaduto di vedere quante alterazioni di nomi vi si riscontrano per la negligenza o ignoranza dei copisti. Niente di più facile che uno di costoro, trascrivendo sbadatamente dagli antichi le poche notizie intorno a Giovenale, là dove era scritto tiranno leggesse Trajano; tanto più poi se costui avesse avuto cognizione che la satira, nella quale sono i versi incriminati, era stata veramente scritta e pubblicata sotto Trajano. E in questa opinione mi rafferma sempre più il vedere che l’autore della notizia biografica — ed è la sola — nella quale si registra il nome di Trajano, piglia un bel granchio storico. Infatti nel menzionare il pantomimo ben voluto da questo imperatore, invece di Pilade, che la storia ricorda, nomina Paride,1 che fu alla corte di Domiziano: il quale scambio di persona è prova non dubbia, o dell’ignoranza di chi scrisse quella notizia, o che il nome di Trajano è entrato di contrabbando e per la finestra nel posto di quello di Domiziano. E nello stesso modo vi deve essere entrato il nome di Claudio Nerone, che pure da alcuno è detto l’autore di questo esilio. È noto che Domiziano era soprannominato Nerone il calvo; e Giovenale stesso gli dà questo appellativo nella satira quarta.2

  1. «Paridem panthomimum, qui in deliciis apud Trajanum imperatorem habebatur».
  2. V. 38.