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128 SATIRE
Frattanto il drudo entrato di soppiatto,
E chiuso nell’armadio, non rifiata;
E non potendo più stare alle mosse,
Già sfodera lo stocco. Oh che g-aglioffo,
Se ti sei fitto in capo che una madre
Inculchi l’onestade e il buon costume,
Ch’essa giammai non ebbe! In fin dei conto
Una bag-ascia smessa un gran guadagno
Ha di tirarsi su la sua figliuola
Bagascia come lei. - Quasi nessuna
Causa non avvi, in cui non sien le donne
Che la lite promossero. Manilia
Quando non è citata, è lei che cita.
Sanno comporre e formular, processi
Da loro stesse; e di dettar son buone
L’esordio e gli argomenti a Celso istesso.
Clii non conosce la manìa che l’hanno
D’inzavardarsi e impalandrarsi al modo
Degli atleti? *" Chi mai non l’ha vedute
Con uno scudo al braccio ed un bastone
In man, colpire nel bersaglio, e farlo
D’ammaccature e di cincischi brutto?
Advocat Arcliigenou onerosaque pallia iactat.
Abditus interea latet et secretus adulter,
Impatiensque morae silet et praeputia ducit.
Scilicet exspectas, ut tradat mater honestos
At([ue alios mores, quam quos liabct? Utile porro 2U)
Filiolam turpi vetulae producere turpem.
Nulla fere causa est, in qua non femina litem
Moverit. Accusai Manilia, si rea non est.
Gomponunt ipsae per se formantque libellos,
Principium atque locos Celso dictare paratae, 24.5
Endromidas Tvrias et femineum ceroma
Qnis nescit? vel quis non vidit vulnera pali?