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36 note


10 Legge contro i bagascioni che si prostituivano e corrompevano gli altri.

11 Era una specie di pane azzimo cotto sotto la cenere, il quale credevasi che desse vigore alle membra, e chiamavasi coliphium.

12 Le parole del testo son queste: horrida quale facit residens in codice pellex. Pellex a pelliciendo era propriamente la donna che tirava alle sue voglie il marito altrui; e qui pare che Giovenale voglia accennare all’uso che quando una moglie coglieva una schiava in peccato col suo marito, la legava ad un tronco d’albero chiamato codex e l’obbligava a lavorare continuamente.

13 Il testo ha multicia, che il Calepino spiega: indumenta, minutissimis filis contextaì; e lo scoliaste: vestes molliori textas sub stamine, quibus solent uti puellae. Tali vestiti dunque dovevano essere di un drappo di finissimo telaggio e trasparente; che io, in mancanza di altro termine più proprio, ho creduto poter tradurre ermisino.

14 Due donne di mala vita.

15 Seneca, parlando di queste vesti licenziose, dice: Si modo vestes vocandae sunt. in quibus nihil est, quo defendi corpus aut denique pudor possit. De Ben. lib. 7.

16 Chi fossero costoro non apparisce chiaro dal testo, ma è opinione dei più, che parlisi di quel collegio di sacerdoti che Domiziano aveva istituito in onor di Minerva, che qui per similitudine, e in aria di canzonatura, sarebbe detta la Bona Dea. Tutti sanno con quanta religiosità e rispetto si celebravano dapprima in Roma i misteri della Dea Bona dalle sole donne; e come non pure n’erano esclusi gli uomini, ma si velavano financo le statue, che animali maschi rappresentassero; sebbene poi tali feste doventarono sotto gl’imperatori non altro che orgie femminili, come il Nostro le descrive nella satira sesta. Or sembra dunque che questi nuovi sacerdoti di Minerva, nella celebrazione delle feste di questa Dea, facessero, come si direbbe, una parodia dei misteri della Dea Bona, allontanandone le donne, e commettendo tra loro gli atti più bestiali.

17 Questa Dea Cotitto era la luna, e i Batti n’erano i sacerdoti. Fu molto in venerazione fra i Traci , dai quali la presero gli Attici, e però qui è detta attica. Si sa che Eupoli avea scritto una commedia contro le effeminatezze di questi sacerdoti.

18 Giuravano per Giunone soltanto le donne; come gli uomini per Giove.