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di giovenale 31

Figliasse un agnellino? Aureo monile,
E lunga gonna, e il vel nuziale indossa
Chi dianzi andava in volta sotto il peso
Degli ancili fatali al collo appesi,
Tutto grondante di sudore.1 O Padre
Di Roma, donde mai tanta vergogna
Ai pastori latini? e donde mai
Questo infame prudor che i tuoi nipoti
Fruga, o Gradivo? Ad un altr’uom si dona
Uom per natali chiaro e per fortuna.
E tu l’elmo non squassi, e colla lancia
Non subissi la terra; o almen col padre
Non ti risenti? Fuori dunque, e sfratta
Da questo campo, che ti fu sì caro,
Ed or non curi più. ― «Domani a bruzzolo
Un dover mi richiama nella valle
Di Quirino». ― «E sarebbe?» ― «Oh tu nol sai?
Si fa sposa un amico; ma non vuole
Che vi sia molta gente». ― Se si campa,
Senza dubbio vedrem simili nozze
Farsi in palese; e scriver si vorranno

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  1. [p. 149 modifica]Questo Gracco era stato uno dei Sali, sacerdoti di Marte, che in un giorno dell’anno andavano per Roma in processione, portando appesi al collo i dodici ancili o scudi, a uno dei quali si credeva che fosse legata la sorte di Roma.