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prefazione cv

vestri da Rovigo, traduttore anche di Persio. Non bene un secolo dopo, ossia nel 1804, vedea la luce in Torino la versione in sciolti di Teodoro Accio; essa pure corredata di copiose illustrazioni: e nello stesso anno Gaetano Giordani pubblicava la sua in ottave a Milano: la quale fu poi ristampata a Venezia nel 1851, e con poco giudizio inserita nel decimo volume del Parnaso Straniero; quasi che li scrittori latini non fossero cosa nostra, ma di un altro paese. Due altri volgarizzamenti in terza rima ci davano Zeffirino Re da Cesena e il marchese di Montrone napoletano; l’una impressa a Padova nel 1838, l’altra in Napoli nel 1849. Anche la Sicilia ebbe il suo interpetre di Giovenale nell’operoso e diligente Tommaso Gargallo, la cui traduzione in sciolti è forse la più conosciuta, e fu due volte stampata; la prima a Firenze nel 1845 dalla Società Poligrafica italiana, e la seconda a Torino due anni dopo coi tipi del Fontana; che poco innanzi, cioè nel 39, avea pubblicato un’altra versione dello stesso Poeta, fatta dal cavalier Michele Leoni. Nè qui finiscono tali lavori intorno a Giovenale, poichè non è guari tempo che si misurava col Nostro il dottor Francesco Consolini di Brisighella; il quale nel 1869 metteva fuori il suo nuovo volgarizzamento in sciolti pei torchi di Pietro Conti in Faenza. Ai ricordati voglionsi aggiungere altri che separatamente recarono nella nostra lingua o parafrasarono alcuna o più Satire. E primi mi