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lettere di fra paolo sarpi. | 81 |
somma venerazione per quell’uomo, e desidero si conservi in prospera salute.
Quanto alle lenti oculari, per dirne alcun che, ci ha qui alcuni eruditi, che disegnano di fare un piccolo commentario sulla visione, ove esporranno la maniera e la cagione del ritrovato Olandese, e tutta la teorica a un tempo del cannocchiale. Se verrà, come credo, in luce, ne manderò alla S.V. un esemplare, sperando che troverà favore presso di Lei e d’altre persone di cotesto regno.
Saranno costà inviati all’uopo ministri. Il primo favore sarà di esortare che si esterminino gli Ugonotti dal regno, acciocchè Dio, maggiormente placato, lo risguardi con occhio più benigno. Se altri nol farà, il papa gli diverrà nemico. Quando a Lei scrivo, non farei mai fine; e spesso mi scordo di quella debita moderazione che non dovrebbe travalicarsi. E qui chiudo la mia col pregare Iddio che la serbi sana per lungo tempo.
- Venezia, 8 giugno 1610.
CXLII. — Al medesimo.1
Non oserei tenere i Gesuiti o i romaneschi per autori della morte del re, dacchè specialmente è voce che il sicario sia posseduto da nera melanconia. Ma pure non posson essi negare che tale scelleratezza non fosse causata da un principio inventato da loro, e difeso poi anche per iscritture e magistrale autorità. A Praga, il gesuita Scoto predicò quella ucci-
- ↑ Stampata come sopra, pag. 85.
Sarpi. — II. | 6 |