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80 lettere di fra paolo sarpi.

uomini liberi. Ingegno non manca agl’Italiani; ma non possono adoperarlo. In cima a’ pensieri tengo la materia beneficiaria, perchè niuna è più profittevole allo Stato. Se opportune riforme potranno impiantarsi dirittamente, avremo chiusa ogni entrata a’ nostri nemici: e ben essi lo sanno, e però difendono pertinacemente le riserve con cui ci opprimono. I nostri, nati e cresciuti nel mezzo agli abusi, son tardi a conoscerli e pigri a combatterli. Io trovo che voi altri, sotto re minorenni, aspiraste sempre a maggior libertà, e varie cose riformaste nell’amministrazione ecclesiastica. Volesse il cielo che v’affaticaste anche su questo particolare, come desidero e per vostro vantaggio e luminoso esempio di noi stessi! Godo assaissimo che procedan tranquille le faccende di cotesto regno; nè pensavo fosse per essere altrimenti, giacchè a voi non faceva mestieri di usare cautele. Per ora non correte rischi, ma quando gli Spagnuoli e i Gesuiti avranno disseminato il Diacattolico, allora sì che ne correrete; e non farete fronte, se permetterete che ne abbarbichino anche le più piccole radici, segnatamente se d’oro, come un tempo erano ad essi più care.

Sapevo le notizie che V.S. mi dette del Casaubono: ora sciolto di quel fastidio, potrà dar mano al Polibio e ad altri buoni scritti. Ogni uomo dabbene deve attendere alle cose politiche;1 giacchè i nemici del buon governo e della libertà, sotto il pretesto di religione, ci regalano a forza funesti insegnamenti, i quali fa d’uopo ribattere. Io ho


  1. Questo è ben altro che la dottrina dei moderni Catoni della viltà: rumores fuge; e l’insegnamento pagano ed egoistico di certi antichi; cioè che il filosofo non deve impacciarsi della repubblica.