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lettere di fra paolo sarpi. 77

poi de’ principi fuori di Germania, che s’adopereranno a varii fini, non tanto con lettere d’inchiostro, quanto con lettere d’oro. Le quali cose mi fanno congetturare, che la nostra età non sia per vedere regolate tante cose, quante per necessità sono per attraversarsi oltra le dette.

Ma lasciando queste cose pubbliche, quanto al Teatro di Vignier,1 tanto hanno scritto sopra quella materia, e sono così difficili da stabilir li principii dove cavarne resoluzione, che il parlarne oltre la congettura è cosa assai pericolosa. Io credo bene che avrò occasione di vederlo, ma non mi curo che questo sia così presto, avendo altre cose per le mani.

Quanto al libro De modo agendi,2 io ricercai l’ambasciatore straordinario d’Inghilterra, che me lo procurasse insieme con altre cose. Egli, al suo ritorno, in luogo pubblico, dove non potevamo parlare lungamente, mi disse che mi aveva sodisfatto; ma immediate tornato a casa, si mise in letto con grave infirmità, di dove non è levato per ancora: onde non ho potuto sapere se al certo in questo son sodisfatto; ma congetturo di sì. Onde prego V.S. non passar più innanzi in affaticarsi per ciò; e se io per quella via non avrò ottenuto il mio desiderio, le scriverò di nuovo e riceverò la sua grazia.

Non so se quei Padri goderanno felicità in Francia dopo la morte del re, o pur maggiore. Quanto


  1. Niccolò Vignier, ministro della chiesa riformata in Blois, ebbe dal sinodo della Roccella la commissione di scrivere il così detto Teatro dell’Anticristo, che venne in luce nel 1610. Aveva prima pubblicato una dissertazione contro il Baronio, intorno all’Interdetto di Venezia.
  2. Parlasi di quello attribuito al Perkison, poi saputosi non esser suo, come si ha dalle precedenti.