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76 lettere di fra paolo sarpi.

antica;1 e anco quando il re fosse stato tale che avessero dovuto fidarsi totalmente, la prudenza politica però non ammette lo Stato a discrezione d’altrui, massime che la dimanda fatta all’arciduca del passo, e la commissione successa, non potevano argomentar pensieri sopra altri paesi. Adesso che sono levate queste ombre, forse che sfumerà quella trattazione d’accordo, del resto piena d’infinite difficoltà, e che presuppone innanzi la perfezione di molte cose, ciascuna delle quali vuol un anno: e fra le principali, la denuncia di guerra contro li Stati fatta da Leopoldo, ha accresciute le difficoltà, non essendo conveniente che li principi di Germania abbandonino quella Repubblica, dichiarata per loro. Io ho ammirato la deliberazione di quel governo in dimandar ugualità con Francia e Inghilterra nel compartimento della preda. Nessun principe fece mai gran cose, se non quelli che riputarono le loro forze maggiori di quello che erano: questi soli mettono a pericolo, e senza esitare o pentirsene, tutto. Quel che si fa altrimenti, riesce di sotto del mediocre.

Il negozio del re de’ Romani averà incontri insuperabili: la volontà dell’imperatore non inclinata a vedersi successore vivendo; li disgusti tra sua maestà e il fratello; qualche concorrente tra essi fratelli, quali non tutti cederanno al maggiore; la poca convenienza tra li principi elettori; li interessi


  1. Enrico II erasi collegato coi principi di Germania contro l’imperatore Carlo V, ed esercitando lungamente la guerra tanto in quelle regioni come nei Paesi Bassi ed in Italia, aveva aggiunto sino a dugento piazze al dominio di francia; le quali poi tutte cedè nella vergognosa pace detta di Chàteau-Cambresis. Morì, com’è noto, per ferita riportata in un torneo, nel 1559.