Pagina:Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu/55


lettere di fra paolo sarpi. 47

nare, incognito a noi; ovvero che la prudenza sia diventata improvvida.

Sono stati duoi ambasciatori spagnuoli a Torino, il Borgia e il Vives: il primiero è partito e questo resta ancora. Ha trattato il duca con ambiduoi, e tratta ancora con quello che resta, il quale spedisce anco spesso a Milano. È certa l’inclinazione del duca alla guerra; e per l’esperienza di tanti anni, egli sa che sperar di Spagna. Con tutto ciò, il discorso non è sufficiente di penetrare in petti occulti; è ben necessario che all’abboccamento con monsieur di Desdiguieres, si risolva il tutto; se bene la dilazione che si interpone a questo, mostra o qualche gran risoluzione fatta, qualche gran risoluzione rimanente.

Il re mostra in tutte le sue deliberazioni prudenza indicibile; ma in questa di aver disegnato monsieur di Bouillon per la guerra di Germania, la mostra maravigliosa, perchè non vi è forse altro in Francia, in chi concorrano tutte le sue qualità necessarie. Ma, come chi ha madama di Condé in potere, con quel mezzo non pacificherà tutte le cose?

Nella Germania, per la dieta d’Hala e per quella di Magonza,1 che hanno così diversi fini, è necessario che succeda qualche principio di gran conseguenza. Il pontefice mi pare d’intendere che abbia risoluto li commissarii delli Elettori cattolici col rimettere la trattazione e resoluzione al nuncio suo che tiene in Praga, non so per interponer tempo, ovvero per fare che la risoluzione sia presa più conforme al voler di quei principi suoi aderenti. Vi è gran dubbio da qual parte debba restar il duca


  1. Vedi tom. I, pag. 335 e 361.