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416 | lettere di fra paolo sarpi. |
a noi giova sopra ogni cosa il silenzio. Ma questo ancora ci farà pro, e mi meraviglio come fino a qui i loro sforzi sieno andati vuoti d’effetto. Ma quegli è sicuro cui Dio protegge. E io lo prego continuamente perchè doni felice esito a tutti i disegni della S.V. illustrissima, e le comunichi tutte le ricchezze della sua grazia, insieme colla buona salute; e porga a me una volta occasione d’allegrezza nel dimostrarle, comecchessia, la mia servitù. E le bacio le mani.
CCXLVII. — Al medesimo.1
Da lungo tempo desideravo mostrarle, secondo il solito, con lettere la mia osservanza; e siccome contro voglia avevo dismesso la corrispondenza, così ho serbato sempre in cuore la sua venerata memoria. A tale siam noi, che ci tocca di osservar tutto, di lasciarci governare non dalla ragione, ma dai tempi; e fare sforzi non perchè niuno parli male di noi, ma non parli niente affatto. Niente più gioverebbe a me dell’ozio e dell’accidia, se non aborrissi più che la morte un vizio siffatto. Ma non sono stretto sempre e per ogni parte da queste angustie: l’inazione è solo temporaria. Il quale incomodo avvenutomi per la partenza dell’illustrissimo signor Foscarini, dileguossi per l’arrivo costà del signor Gussoni, legato di questa Repubblica al vostro re. E trovatomi più libero, mi son fatto cuore a rinfrescare alla S.V. per le presenti la memoria di me; desideroso che il nome mio, da pezza ascritto nel novero de’ suoi ser-
- ↑ Edita come sopra, in latino, pag. 21.