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414 lettere di fra paolo sarpi.

sono costretti dal timore a ritrattare quel che scrissero sul padre di Barclay. E pur non valgo a capire la bramosia del figlio a voler casse quelle parole. Forsechè non tornavano a onore del padre? Io prima del Barclay scrissi, che sebbene quasi tutti i principi avessero concesso esenzioni ai cherici, mai però non si potrebbe trovare ch’essi fossero per alcuno liberati, o dimostrare che fosse lor lecito liberarsi dalla suprema e principal potestà. La qual cosa non imparai da alcuno, ma misi fuora come frutto delle mie sole osservazioni, senza pur sapere ch’altri l’avesse detta. Non credei, peraltro, di poter essere tacciato di novità; quando e la novella asserzione è corroborata dalle antiche leggi e dai decreti de’ principi; e la contraria opinione, comunque vecchia, fa ai cozzi con quelle. Non so però intendere perchè il Barclay aggiunga, non aver io a dovere avvertito coloro a cui premeva di saper questo. Ma torno all’argomento.

Vedo che i Gesuiti vi assalgono non solo insidiosamente, ma anche con aperta forza. Ho inteso con grandissimo dispiacere il procedimento che si è tenuto verso il signor Richer; ma penso ch’egli non debba perciò perdersi d’animo; in quanto che, sebbene sia stato oppresso in guise nuove e inaudite dal partito nemico al vero, i suoi nemici avranno perpetua infamia dalla vittoria, e l’aver dovuto soccombere procaccerà ad esso l’affetto di tutti i buoni. I consigli non si misurano secondo i successi, ma secondo le ragioni; e quand’egli diè fuori il suo opuscolo e confessò d’esserne autore, fece cosa che pareva conducente alla pubblica utilità. Se il fatto non ha risposto a’ desiderii, ciò avvenne forse per provvi-