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lettere di fra paolo sarpi. 395

a V.S.: ora, per nuovi accidenti, mi conviene aver qualche dubbio. Ma la settimana seguente ci darà piena risoluzione, chè allora si farà la disputazione; e se non sarà costì, sarà in Inghilterra. Ben sento dispiacere, che riuscendo l’evento contro il mio desiderio, sarà in persona simile al presente. Tutto è in mano di Dio.

Nel negozio di Mantova, scrissi a V.S. come la Duchessa vedova era ritornata in Goito. Ora, sprovvistamente, ella si è dichiarata non gravida, e il cardinale ha assunto il titolo di duca; e il principe di Savoia, fatto il viaggio in posta, è giunto per condurla a Torino; il che fa maravigliare della subita resoluzione, e restare in ambiguità se sia segno di megliore o di peggiore intelligenza fra quei principi.

Il vescovo ambasciatore dell’imperatore ha trattato lega contra Confessionisti; ma il tutto è stato interrotto e sfumato per li motivi dei Turchi, delli quali non ci è alcun sospetto per Candia, dovendo esser l’armata marittima sotto il mediocre, ma la terrestre sopra il sommo.

Nella novità eccitata da Tileno, mi pare che il portarci estinzione con silenzio sia tanto necessario, che doverebbe persuadere, anzi constringere l’altra parte a tacere, e non rispondere, se bene egli non cessasse mai dell’inculcare li suoi tentativi. Finalmente ogni innovazione muore da sè, quando non li venga dato spirito con la contraddizione.1 Io non sono pienamente informato dello stato, ma mi pare d’intendere che sia nel numero di quelle cose


  1. Principio generalmente vero per tutte le cose speculative od astruse: non così per le altre.