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392 | lettere di fra paolo sarpi. |
riuscito, quantunque non sia stile che siffatte cose tengansi occulte. Quel modo di dire che vi si contengono alcune proposizioni false, temerarie, scandalose e rispettivamente sediziose, è usitato a Roma; e s’aggiunge a bella posta l’avverbio rispettivamente, per ispecificare la differenza tra le voci assolute di false, temerarie, scandalose e sediziose. Però è da far caso che si usurpi dal fôro ecclesiastico il giudizio di falsità e ribellione. Del resto, le undici proposizioni estratte costà dal libro non sono forse tra quelle che proscrissero a Roma; e forse il vostro raccoglitore ne notò altre. L’avverbio rispettivamente fu aggiunto per riguardo a’ Francesi: almeno così mi vo figurando, sebbene non ricordi di aver mai veduto usata in tal senso quella voce dai romaneschi. Ma nel leggere la censura e gli articoli cavati dall’egregie lettere del generale, non posso congetturare se la formula emendativa sia stesa o tuttora da stendersi. Che se fu fatta, perchè non si mandò in Francia per cessare ogni lamento? Tant’è, m’è forza venire alla conclusione, che nulla si tratta sul serio.
Che, poi, e il capitolo e la università di Tolosa non potessero più sopportare i Gesuiti, dianzi tanto amati e, a così dire, adorati, non fa maraviglia: essi vogliono comandare a tutti, e non la risparmiano neppure agli amici, quando gli hanno tirati a un punto che più non possano opporre resistenza. Sono dello stesso parere che la S.V.; importare, cioè, all’universale che costoro sieno conosciuti da tutti. E penso pure che dovranno da tutti conoscersi, come prima si darà un successore a questo generale. Giacchè tengo per cosa certa da chi è bene informato, che