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384 | lettere di fra paolo sarpi. |
il re d’Inghilterra; ma la cosa non è bene accertata, e aggiungono che il papa non l’approvi: al che però molti non credono. Gli Spagimoli hanno domandato molte cose attinenti alla collazione dei benefizi sì nel regno di Napoli e sì nella Spagna, ed ora si sta deliberando in proposito. Gli Spagnuoli, secondo loro usanza, non fanno pressa, e per ciò stesso molto ottengono, guardandosi la Curia dal negare ad essi alcun che, sul timore che rincarino il fitto. Finalmente, la Spagna sotto di questo re non si mostra ligia alla Curia romana, come a tempo del padre.
Vera la nuova che le giunse sulla pace fatta tra il Turco e il Persiano: bensì i Turchi non si preparano a guerra marittima, nè allestiscono la flotta se non come usavano negli altri anni; e in quello stato non basterebbe ad intraprese per mare. S’apparecchiano per altro a una guerra fortissima, e, a quanto dicesi, contro i Daci, chiamati oggi Transilvani e Moldo-Valacchi. Questi una volta si reggevano con proprie leggi e signoria, riconoscendo soltanto co’ tributi l’alto dominio turchesco; il quale scossero negli ultimi anni. E però credesi che i Turchi ridurranno ora que’ paesi in provincie, soggettandole a propri governatori, che chiamano Pascià: il che quando accada (tolgalo Iddio), s’ingrandirà notevolmente il loro dominio, con danno presentissimo dell’Ungheria e della Polonia. Già il sultano stesso partì il primo di gennaio da Costantinopoli, per toccare con viaggio continuato Andrinopoli, che è l’ultima parte occidentale della Tracia. Dicesi che proseguirà ancora il cammino; ma certo è che soldati affluiscono da tutte le parti, e saranno in armi prima che in Germania si deliberi sul soccorso da darsi a Cesare. Il quale