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lettere di fra paolo sarpi. 371

Mediante un decreto, il patriarca fu privato della dignità, e datogli a successore il patriarca di Alessandria, d’origine Candiotto; uomo istruito anche nella letteratura latina, e che da giovine aveva applicato nel ginnasio di Padova alla filosofia e alle sane discipline. Questi prosegue con grandissimo zelo le sacre costumanze dei maggiori; ma io non oso affermare che cosa alcuna possa riuscir difficile ai Gesuiti. La storiella però qui non finisce. Ora son tutti intenti ad estorcere ai Turchi la concessione del luogo del santo Sepolcro di Gerusalemme, che da 200 anni e più viene amministrato dai Cordiglieri; e profferiscono di gran regali e promessa di annua prestazione: il che neanco a’ Turchi parrà dispregevole. Se l’otterranno, lascio pensare alla S.V. quanto denaro si caverà d’Europa per inviarsi colà; quanti Ravaillac, inoltre, sorgeranno per la opportunità di spelonche, caverne, divozioncelle e rivelazioni! A Lei lascio immaginare il resto dei fervori a cui può sentirsi tentato chi passa i mari per zelo di religione. Ma che poi dir dovremo, se più alte fossero le loro mire? come, a cagion d’esempio, se qualche re mandisi là ad accender guerre, e intanto resti in preda all’altrui ambizione il vuoto trono? Avendoci re di nome, età, origine e altre qualità simile a Lodovico IX, e alla pari educato, chi potrà crederlo esposto a simili attentati, farà congetture pur troppo verisimili di trame insidiose, e del genere ch’io le diceva.

Desidero sapere qual partito si piglierà rispetto al libro del Becano, del quale torno a parlarle. Vorrei che la deliberazione fosse presa piuttosto dal Senato che dalla Sorbona; poichè da questo collegio