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lettere di fra paolo sarpi. | 365 |
Credo che questo imperatore avrà nel principio del suo governo più travaglio di quello che pare, poichè abbiamo avviso che li Turchi hanno preso tre luoghi in Ungaria superiore; cosa ch’essi non sogliono fare, se non pacificate in tutto e per tutto le cose di Levante. Nel rimanente, le differenze tra questa Repubblica e l’arciduca Ferdinando per causa di Uscocchi, sono andate in silenzio, nè più se ne parla. Ma bene tra li ministri d’ambidue li principi sul luogo si tratta di rimediare alli mali passati, e più alli futuri. La causa del componimento viene da Spagna, che vuol le cose quiete, e che riputa complire alli rispetti suoi, che li Stati d’Italia non maneggino arme, ma con le arti della pace, o della disunione fra essi stessi, finalmente si sottopongano all’arbitrio del più potente.1
Ho raccontato a V.S. tutto quello che ho di nuovo: mi resta dirle, essendo il primo giorno dell’anno, salute presente e perpetua, sì come faccio: pregando Dio che la favorisca di tutte le sue grazie, e a me doni di poterla servire come con tutto l’affetto desidero. E qui facendo fine, le bacio la mano.
S’avvicina il tempo di destinare ambasciatore in Francia e Inghilterra. Sto in dubbio, quale di questi due sarà Barbarigo. Spero nondimeno, che sarà costì. Egli fa riverenza a V.S.. con il signor Molino e padre Fulgenzio.
Dopo scritta questa, ho veduto una di V.S. scritta a monsieur Assellineau, per la quale veggo
- ↑ Abbiamo più volte qualificato per politico egregio il nostro Fra Paolo; nè queste parole son tali che della nostra opinione debbano farci ricredere.