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364 | lettere di fra paolo sarpi. |
opportunità per la vicinità, e grand’interesse di tirar quello stato in casa sua. E già si arma, dicendo ai Mantovani che lo fa contra Svizzeri, e ai Svizzeri contra Mantovani. Ma gli Spagnuoli non vorranno moto, nè meno vorranno accrescimento al duca di Savoia; per il che si può credere che le cose staranno come sono.
È giunto in Roma il vescovo di Bamberg, ambasciatore al pontefice per Cesare; nobile ambascería, essendo certo a me, che da imperatore non è venuto in Italia per ambasciatore alcun principe Germano. Pretendeva questo signore d’esser onorato della mano destra da tutti in Italia, e ha ricevuto gran disgusto perchè gli sia stata negata dal cardinale ch’è in Ferrara, e perchè il cardinale ch’è in Bologna, per fuggire queste controversie, si è mostrato indisposto. Ha ancora ricusato di entrar in Fiorenza, per non aver quel duca consentito di darli il luogo, come aveva richiesto.1 Ma finalmente, deposte tutte quelle pretensioni, è andato a Roma, e contentatosi di quanto quella corte costuma di fare, dove i cardinali non dànno luogo a qualsivoglia sorte di persona. Non si sa ancora, se, oltre i complimenti, abbia qualche negoziato: è ben verisimile che vi sia. Io sto con grand’espettazione di saper il modo come averà trattato col pontefice per nome di Cesare; se con parola di obbedienza e fedeltà, come anticamente si soleva; o di ossequio, come Massimiliano II; o col temperamento medio, preso da Rodolfo.
- ↑ Era quello il secolo, com’è ben noto, non solo delle controversie teologiche, ma delle questioni altresì che si chiamarono di precedenza!