Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
362 | lettere di fra paolo sarpi. |
signori Stati. Ma la fabbrica di Mulheim non persuade a credere così, nè meno le discordie tra Brandenbourg e Neubourg, che non possono esser fomentate se non con qualche calore del Diacatholicon; e Sassonia è così mal disposto, che facilmente si farebbe papista. E V.S. non abbia questo per pensiero leggiere, perchè ha fondamento: forse non si eseguirà per timore dei popoli.
Si aspetta in Roma fra breve tempo il vescovo di Bamberg, ambasciatore dell’imperatore: il quale ha già rimesso in quella città 60 mila scudi, oltre quelli che porta seco; onde farà una illustre ambascería. Potrà essere che, oltre le cerimonie, sia anco per trattare alcuna cosa di momento; di che se ne può trar indizio dal colloquio stretto passato tra l’arciduca Leopoldo, il duca di Baviera e il conte di Vaudemont. Certa cosa è, che i principi ecclesiastici di Germania, contra il loro solito, attendono a congregar danari in diligenza.
Monsieur Assellineau non ha ricevuta quella di V.S., per non averlo potuto vedere, ancora dopo che il plico mi è stato reso. Non si maraviglierà se non avrà da lui risposta. Io lo farò ben ricercare di nuovo, ma non so però se avrò fortuna di ritrovarlo. Farò qui fine, risalutandola per nome dei tre salutati, e baciandole la mano.
- Di Venezia, il dì 18 decembre 1612.