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lettere di fra paolo sarpi. 359

dirà che dovrebbe esser tutto altramente, ed io lo confesso; ma è gran differenza da chi ha visto in faccia la guerra, a chi è sepolto in ozio. La via è unica, di introdurre ambasciatore ordinario, scambievole, e poi trattare di commercio; che sarà, per conseguenza necessaria, espedizione di navi, soldati, danari e altre corrispondenze: e V.S. tenga per fermo, che sì come par difficile il primo passo, così fatto, vi sarà più bisogno di briglia, che di sprone.

Quella di V.S. a me diretta m’ha recato una tristizia grande, dubitando che le cose di cotesto nobilissimo regno non passassero a qualche disordine. Si è temperato il dispiacere assai, avendo letta un’altra sua scritta a monsieur Assellineau, dove, otto dì dopo, dà ferma speranza che si dovesse trovar composizione e alle cose comuni e a quelle di monsieur di Rohan. Così prego la Maestà divina che succeda secondo il suo santo beneplacito.

Questi giorni passati si è intesa, con dispiacere comune, la morte del principe di Galles, la quale Dio non voglia che non profondi nella mestizia il padre.1 essendo una perdita tanto grande, che non poteva avvenirgli maggiore. Saranno levate le pratiche di matrimonio,2 le quali a me piacevano sommamente, quantunque fossero per terminare in fumo; perchè servivano grandemente a domesticare, ed erano con molta diminuzione di reputazione del papa, che i principi papisti trattassero matrimonio


  1. Tutt’altro, però, avvenne, avendo Giacomo vietato finanche di portare il lutto per cotesto erede della corona. I più attribuiscono un tal procedere a gelosia che il re disputatore ed inerte avesse concepita delle energiche qualità di quel suo primogenito.
  2. Cioè con una principessa savoina o toscana.