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lettere di fra paolo sarpi. 353

se non aggiungesse che con quella era inviata una scrittura francese contro il signor Casaubono, la quale è venuta insieme con l’ultima sua delli 18.

La scrittura che mi manda insieme con questa delli 2, non posso ben giudicarla, non avendola veduta se non superficialmente; ma ho ben preconcetto un poco di pensiero, che non sia pari a quella del Leidressier. Sento dispiacere che abbia mancato la risoluzione a quel ch’era a favore di Richer. Intendendo la indisposizione di V.S., prego Dio che sia senza febbre; che essendo così, riuscirà una diversione della colica.

Prego parimente la Maestà sua divina, che il negozio dell’assemblea di Saintonge abbia quell’indirizzo e quell’esito che sia a gloria sua e quiete del regno. Mi dispiace che la scrittura francese contro Casaubono non porti il nome dell’autore, essendovi, a fol. 39, nella seconda faccia, una dottrina degna della fede dei Gesuiti, la quale se san Pietro avesse saputo, poteva inventar modo di negare Nostro Signore senza peccato. Chi darà occasione a quegli uomini di scrivere, li farà come la scimmia quando monta in alto.

Il signor Gussoni mi scrive lodandosi molto per le istruzioni che riceve dalli avvisi di V.S. La prego continuare, perchè quello ch’è in Francia mai scrive cosa che sia a favore de’ Riformati. E qui facendo fine, prego Dio nostro Signore d’aver presto avviso che V.S. abbia ricuperato la sua intiera sanità, e che i negozi che maneggia abbiano prospero successo.

Di Venezia, il dì 23 ottobre 1612.




Sarpi. — II. 23