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350 lettere di fra paolo sarpi.


La negoziazione di Buglione con il re della Gran Brettagna mostra molta prudenza e bontà di quel re, e io ci presuppongo anco costanza. Ritrovo sempre più sensata e fondata l’operetta di quel Leidressero. L’autore è uno spirito così atto al pubblico servizio, che se impiegherà il suo sapere in altro, farà torto a sè stesso. I Concilii di Pisa sono ben pubblicati, sebbene l’Italia in questi tempi non li potrà vedere, attese le proibizioni di Roma. Il libro di Barclay ha una bella e degna prefazione, la quale piacesse a Dio che fosse considerata da chi governa Stati! Il discorso contro l’Epistola di Casaubono se non ha autore Fronton,1 ha un altro gesuita, attesa la petulanza e sfacciatezza che non può alloggiare in altre persone. Quanto alla materia di lega con gli Stati, ben pensate tutte le cose, sono di parere che non sia da mettere in trattazione se prima non è introdotto ambasciatore ordinario qui e ivi.

Tra la Repubblica e il papa non può esser peggio di quello ch’è, dal canto di esso papa; natura la più maligna e più atroce che fosse mai, la quale se non fosse raffrenata da pusillanimità e timore di perdere i piaceri, farebbe qualche gran male: ma dal canto della Repubblica, non si conosce che quello di che si vede effetto.

Quanto all’universale, dico quello che altri qui tra noi vede e prevede. La città di Mulheim mostra dovere esser causa che la tregua si rompa, ovvero che gli Spagnuoli perdino tutta la Fiandra. Ma se la guerra si rinnoverà, considerando che gli Spagnuoli non sono stati bastanti avendo per


  1. Vedi la nota 2, pag. 327, tom. I.