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lettere di fra paolo sarpi. | 335 |
nerli negli offici1 ed occulti, sebbene conoscano apertamente la verità. A gran fatica ho trovato il Bollario impresso il 1568 nel collegio della Compagnia, insieme colle Costituzioni della medesima: ivi stanno le concessioni dei pontefici fino a Pio IV. Ho fatto caccia anche degli esemplari manoscritti di tutte le bolle di Pio V, dei due Gregorii XIII e XIV a favore della Società, con certi altri statuti e decreti dei priori delle congregazioni generali; nè altro io tengo dei loro segretumi. Se bisogna alla S.V. qualcheduno dei documenti accennati, non ha da far altro che comandarmi.
Ricevei per questo corriere due lettere della S.V.; de’ 18 luglio la prima, col resto dell’arringa in pro de’ Gesuiti e cogli atti pubblicati a favore di Richer; e l’ultima dei 20 dello stesso mese, con gli atti del Parlamento. Ma più che altro, m’andò a sangue la narrativa della disputa solita tenersi nel capitolo generale dei Predicatori: ne avevo qualche contezza e per udita e per lettere, ma non al tutto rispondente al compiuto tenore di questo racconto.
Io vorrei che per tutta Italia si divulgasse che Perron2 e il Nunzio hanno confessato non essere per anco definita, ma potersi discutere in senso favorevole e contrario, la superiorità del papa e del Concilio. Poichè se tanto s’arrischiasse a dire qualcuno in Italia fuori del dominio di questa Repubblica, o verrebbe costretto ad un’abiura come eretico, o ne