Pagina:Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu/335


lettere di fra paolo sarpi. 327

peratore, che disegna di muover la guerra ai Turchi; impresa ben generosa, ma non più tentata dai suoi maggiori, che hanno pensato far molto nel difendersi, senza pensar mai ad assaltare. È interpretato da alcuni, che sia pretesto per cavar contribuzioni di Germania.1 Ma dove già una lega è formata, sarà cosa difficile procedere con arte. In questo mentre passerà l’anno presente e futuro, nè mostrerà quello che si tratti adesso tra Francia e Spagna con le ambascerie colorate de’ matrimoni.

È venuto qui nuova, esser stato impetrato dal Nunzio, con editto regio, che non si stampi in Parigi cosa alcuna se non sia approvata prima dal cancelliere. Io ho desiderio d’intenderne la verità, parendomi cosa di molta conseguenza. Resto pregando Dio per la conservazione di V.S., alla quale bacio la mano.

Di Venezia, il dì 6 agosto 1612.




CCXV. — Al medesimo.2


Non avendo veduto lettere di V.S. questo dispaccio, ho creduto ch’Ella sia in viaggio. Non ho però voluto intermettere il consueto e debito uso di salutarla e farle riverenza per ogni corriere; se bene non vi sia novità di momento e degna della sua saputa; poichè in Italia non vi è negozio considerabile, salvo che la trattazione di matrimonio che fanno


  1. E così fu il vero, non solo allora, ma più altre volte prima e anche dopo. Ipocrisie politiche, non dissimili da certe altre che sono in voga nei tempi nostri.
  2. Edita come sopra, pag. 486.