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lettere di fra paolo sarpi. 315

quella parte che li fosse parsa conveniente. Li Padri hanno diviso il tutto in dieci parti, e datone una al figliuolo, e nove ritenute per loro. Di questa così grande inegualità il figliuolo si è querelato al duca di Ossuna vicerè, il quale udite le ragioni da ambe le parti, ha confermato la divisione, ma voltati le termini: che al figliuolo tocchino le nove parti, e alli Padri una.

Se ben sono incerto, quando la presente debbe capitare in mano di V.S., non ho però voluto mancar di questo debito per baciarle la mano; il che fanno anco li amici.

Di Venezia, il dì 5 giugno 1612.




CCXI. — A Giacomo Leschassier.1


Sono in debito di ringraziarla duplicatamente per aver ricevuto due lettere della S.V.; l’una quindici giorni or fanno, de’ 26 aprile, unitamente ai documenti di appello del Richerio; e l’altra del 9 maggio, insieme col libretto a stampa del medesimo. Ho letto in questo stesso giorno senza difficoltà e con gran piacere i documenti di appello scritti in lingua francese. Io mi stavo all’oscuro, e non sarei riuscito a trovare il bandolo delle cose seguite, se Ella non avesse principiato a decifrarmele col racconto completo del fatto. Or veggo che tutto costà avete fatto con bonissimo discernimento, che anco a noi torna in pubblico vantaggio, essendo come un anticipato possesso di libertà.


  1. Edita, in latino, tra le Opere ec., pag 105.