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304 lettere di fra paolo sarpi.

sia unita, e i Cattolici siano congiunti con loro. Pensa ancora il papa di far andar alla sua residenza tutti i vescovi che sono in corte; per il che, il cardinale Borghese, che già sei mesi sono ha avuto l’arcivescovato di Bologna, lo rinuncia: però, al nuovo arcivescovo darà due mila scudi, e il rimanente, che sono 14 mila, resteranno a lui.

Di qua non vi è altro, se non che in alcune terre di giurisdizione Bergamasche, ma diocesi Milanese, il cardinal Borromeo ha fatto pubblicare un editto, che nessuno possi aver commercio con Grigioni e Svizzeri, nè possino esser alloggiati da alcuno passando; e, in contrario, dai magistrati è stato fatto in pubblico un proclama condannando l’editto, e approvando il commercio e l’ospitalità.

Ai confini di Ferrara, tra il papa e la Repubblica passano qualche cose nuove, con pericolo di conseguenza. Qui è fama che il signor Pascal abbia detto in Grisoni, che la Repubblica abbia stretta intelligenza col papa contro i Reformati, e abbia avuto mano nella morte del re: che sarebbe un atto di poca buona persona, e viene di tal parte ch’io quasi lo credo. Quel libretto De potestate ecclesiastica et politica,1 è tanto desiderato qua, che io vengo costretto di pregar V.S. per averne un altro esemplare; e se non credessi esser importuno, direi due. E qui facendo fine, le bacio riverentemente la mano, pregando Dio che le doni ogni prosperità.

Di Venezia, il 10 di aprile 1612.


  1. Cioè l’operetta, allora sì celebre, del Richer.