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lettere di fra paolo sarpi. 287

plicità d’Inghilterra. Ma li matrimoni di costì non sono se non per aver ingresso a ben seminare il Diacatholieon;1 del resto non hanno altro fine.

Io desidero di continovare la communicazione con V.S. Ho mostrato la sua lettera al signor Gussoni, e dettogli che alla sua partita scriverò al signor Barbarigo, che le communichi la cifra e le dia tutti li indirizzi per scrivere a V.S. e ricever lettere da Lei. Io credo ch’Ella averà gusto della sua communicazione. Gli potrà scrivere liberamente così le cose occorrenti del mondo, come anco delle esorbitanze papali: delle altre cose di Religione2 potrà astenersi di parlare, non perchè sia papista, ma per non esser egli capace.

Vengo alla dimanda di V.S. sopra la papessa Giovanna; dove le dirò che siccome io non ho trovato mai fermo argomento per provare che quella sia una vera istoria, così non ho trovato sode ragioni per mostrar la falsità. Ma parlando con sincerità, inchino piuttosto ad averla per falsa, ma non per assurda; poichè in quei tempi successero cose non meno inconvenienti, che l’esser caduto quel grado in una donna; poichè le persecuzioni e annullazioni degli atti de’ predecessori fatti dalli successori anco in Concilii, non sono cosa minore. E finalmente, che differenza è dare il governo ad una


  1. Le male semenze che sì bene avea fatte abbarbicar nella Spagna la escogitata e inflessibile tirannia di Filippo II: papismo, gesuitismo, austriacismo, inquisizione.
  2. Dia pure, chi vuole, libero sfogo alla propria fantasia nella interpretazione di queste parole. Più di dugento cinquanta Lettere sono ormai sotto gli occhi del pubblico, più che sufficienti a far conoscere gl’intimi pensieri d’ogni uomo, e a contenere ogni ermeneutica nei termini del retto e del vero.