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lettere di fra paolo sarpi. 285

verso Germania, di dove l’universale aspetta qualche gran cosa; ma li prudenti non sperano niente di buono. Vien creduto da chi intende alquanto li pensieri di quei principi, che il re Matthias debba esser eletto all’imperio con poca difficoltà, e che debba riuscire a profitto dell’Evangelio. Ma io ho veduto così frequentemente i disegni umani aver fine tutt’altro da quello ove sono stati inviati, che non ardisco promettermi niente. Aspetterei bene alcuna cosa buona, quando il re d’Inghilterra avesse maggior senno; ma questo ancora, poichè sarebbe fondamento umano, non lo desidero molto, per timore che non facesse danno in luogo di utilità. Ben si vede quanto grande sia stato il guadagno di chi ha macchinato la morte del re Enrico, poichè nascono al presente tali occasioni, che l’avrebbono portato sopra la testa de’ suoi emuli.1

Per questo corriero io ho ricevuto il Plaidoyer di Martilliers,2 molto eloquente ed anco sensato; restando in maraviglia della libertà francese, che in propria faccia de’ Gesuiti, tanto sensitivi, anzi vendicativi, abbia avuto animo di parlar in quella maniera. Aspetto con desiderio di veder anco quello di Servino, quale mi figuro dover esser ancora più libero. Certamente, che se li Gesuiti hanno delli fautori costì, hanno anco delle mortificazioni, e non possono gloriarsi di vittoria.


  1. A chi si piace delle istoriche meditazioni ci pare da raccomandar questo passo, come lampo quasi improvviso e frutto spontaneo della riflessione di un potentissimo intelletto.
  2. Pietro De la Marteliere (comunque qui ed altrove scrivasi questo nome) fece non una sola ma più arringhe forensi in favore dell’Università di Parigi contro i Gesuiti, che tutte si hanno alla stampa.