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lettere di fra paolo sarpi. 267

tante ingiurie: ma se una volta vi mettono la mano, son sicuro che faranno da buon senno. Il tempo maturerà le cose.

Del rimanente, non vi è altra cosa nuova, se non la continuazione dell’antica mia devozione verso V.S.; alla quale, insieme con gli amici, bacio la mano.

Di Venezia, li 18 gennaro 1612.




CXCV. — Al medesimo.1


Per lettere scritte da un comune amico a monsieur Assellineau, ho avuto notizia, con mio grandissimo dispiacere, che V.S. si ritrova assalita dalla sua colica; e maggior disgusto sentirei, quando considerando che il male già è familiare, non restassi con speranza ch’Ella sarà per sopportarlo e superarlo con facilità: sì come prego nostro Signor Iddio, che le ne conceda grazia. Io non voglio pregarla di scrivere in cotesto stato, ma bensì che sia contenta di far avvisato monsienr Assellineau dell’esser suo, e della speranza di presta e breve convalescenza.

Non posso dirle cosa rilevante di queste tre regioni, ritrovandosi e noi ed esse in una incredibile quiete, ovvero negligenza. Solo in questa città si sono scoperte alcune giovani di molta devozione, intente alli esercizi spirituali che qui si costumano, e sono insegnati dalli religiosi d’Italia. Queste pativano estasi, dicevano vedere rivelazioni, ed anco sudar sangue. Quel che di ciò sia la verità, chi non


  1. Dalla raccolta come sopra, pag. 438.